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Giovedì, 28 Marzo 2024

Mandello, nella rotonda di via Parodi "atterra" un'aquila gigante

Realizzata dall'artista Alì Squicciarini con materiali di recupero, rappresenta il rapace simbolo del paese e della Moto Guzzi. A collocarla i commercianti, che hanno "adottato" l'area verde nella rotatoria

A Mandello è atterrata un'aquila. Una scultura di espressione artistica contemporanea firmata da Alì Squicciarini, artista locale, è stata collocata nei giorni scorsi all'interno della rotonda di via Parodi, all'altezza dell'intersezione con via Grossi e via G.B. Zucchi. La grande aquila in struttura metallica a vista simboleggia la Moto Guzzi, riprende il gonfalone del Comune di Mandello ma è anche il simbolo degli Alpini che nella vicina stazione hanno la loro sede.

A collocarla sono stati i commercianti della via mandellese, che hanno così risposto presente a una proposta dell'Amministrazione comunale: un anno fa, infatti, diciotto aree verdi (anche all'interno delle rotatorie) erano state assegnate con bando in gestione ai privati. I commercianti hanno dunque "adottato" la rotonda decidendo di installarvi la grande aquila.

"Sono contento di questa iniziativa - ha commentato il sindaco Riccardo Fasoli - Anche altri commercianti ci stanno chiedendo aree verdi di cui prendersi cura".

Aquila nella rotonda in via Parodi a Mandello

La tecnica dell'autore

L'autore dell'opera aveva già omaggiato Mandello con le sue realizzazioni, in particolare con "Chi legge non sarà mai solo", un gigantesco uomo seduto e immerso nella lettura di un libro esposto in via Cavour nei pressi dell'Antica Officina di Giorgio Ripamonti. 

Per realizzare queste composizioni artistiche Alì Squicciarini usa materiali di recupero quali il tondino di ferro e la vergella che da sempre è il simbolo dell'industria lecchese. Un comprensorio in cui il settore metalmeccanico, con la Moto Guzzi, ha segnato negli anni le trasformazioni socio-economiche di intere comunità. La rotonda in cui l'Aquila si erge quasi a spiccare il volo è ingentilita da fiori che sbucano da un terreno costituito da bianchi sassi. Il rapace rappresentato richiama nel pensiero immaginario il logo dell'azienda mandellese con cui si volle ricordare Giorgio Ravelli, ex commilitone di Guzzi e Parodi, aviatore deceduto nel 1919 nel corso di un volo di collaudo.

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